01/08/2020 Campus Industry Parma. Intervista ai Nightcomers, tribute band Black Sabbath

Sono fortunatamente ricominciate le serate di musica dal vivo e il Campus Industry di Parma riapre le danze con i Nightcomers: tribute band Black Sabbath, che siamo andati ad ascoltare sulla fiducia, sapendo che i membri sono veterani di tutto rispetto che arrivano da band come Strana Officina e Sabotage.
Abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con loro sia prima che dopo il concerto, di cui potete leggere anche il live report, mentre di seguito lasciamo che siano i musicisti stessi a raccontarvi di sé, grazie alla breve intervista.
D: La prima domanda è per il batterista Dario:
Come nasce questo progetto Nightcomers e quando nasce?
R: Allora quando nasce non me lo ricordo con
precisione, diciamo 5-6 anni fa. Ci incontravamo ogni tanto con il cantante Bud a suonare dei pezzi dei Sabbath, per solo divertimento, perchè è una nostra
passione seguire quella band, e ci siamo detti: ‘Perché non mettiamo in piedi
una tribute band?’. Abbiamo così coinvolto il bassista Andrea, anche lui
veterano musicista ed estimatore dei Sabbath, e l’ultimo che è il
ragazzino del gruppo: Niccolò, il chitarrista.
D: Quindi e’ il forte rapporto di amicizia il
legante, anche se da quello che ho capito non provenite tutti dalla stessa
città toscana. Tu hai una storia a Firenze con i Sabotage, Andrea,
il bassista, vanta numerose collaborazioni con bands fiorentine, poi abbiamo Bud che vanta una storia a Livorno nella storica band della Strana Officina.
Immagino le svariate soddisfazioni che avete ricevuto appunto potendo suonare
nei vari locali all’estero.
R: A dirti la verità all’estero non ci siamo ancora
esibiti, non ci segue un agenzia, perciò cerchiamo le date dal vivo, usando le
nostre energie e conoscenze.
D: A proposito invece della scaletta dei pezzi di
stasera, che mi avete gentilmente passato in anteprima: come mai la scelta di
saltare completamente album immensi come “Sabotage” e “Sabbath
Bloody Sabbath”?
R: Perchè sono strutturalmente molto diversi dai
precedenti album.
D: Dario, qual è il pezzo, batteristicamente parlando, che preferisci eseguire dei
Sabbath?
R: “Sympton of the universe”, ma
stasera non la eseguiremo.
D: Niccolò stessa domanda: qual è l’assolo che preferisci eseguire, quello che ti porta
più vicino a Tony Iommi?
R: La chitarra in “Dirty women”,
canzone con un lungo assolo e di gran gusto.
D: Domanda ad Andrea: come trovi la tecnica di Geezer Butler, moderna, sorpassata?
R: Le architetture dei pezzi Sabbath sono
molto influenzate dalle ritmiche di basso e questa è la vera perla in quel tipo
di suono così cupo: lui suonava molto “free” con un suono molto
grosso.
D: Le ultime domande scomode le farei a Bud:
dimmi qual è il pezzo che come linea vocale ti mette più in crisi del
repertorio che farete stasera?
R: Quello che mi mette proprio al limite c’è, ma
stasera non lo faremo. Sarebbe un gran pezzo ma non ti posso dire qual è.
D: E il pezzo che ti piace di più a livello vocale,
che ti fa sentire più vicino a Ozzy Osbourne e più vicino alla tua band,
dove ti senti totalmente dentro il suono Black Sabbath?
R: È sicuramente “Hand of doom” e
mentre te lo dico, mi viene la pelle d’oca.
Nel frattempo è giunta l’ora di salutare, almeno per il momento, i Nightcomers,
non prima di aver risposto a Bud che starò particolarmente
attento a questo pezzo.
Ma non possono mancare i commenti a caldo post concerto (potete trovare il live report qui): dopo due ore intense di ottima musica, abbiamo il piacere di scambiare ancora due chiacchiere con il chitarrista Niccolò che, dopo aver fatto la sua ottima figura, si rende nuovamente disponibile.
D: Niccolò, il pubblico mi sembrava che avesse abbastanza in testa i pezzi, conoscevano a memoria le canzoni. Come ti è sembrato dopo tutti questi mesi di stop forzato un po’ per tutti, sia per i musicisti che per gli spettatori amanti del metal e dell’hard Rock, tornare sul palco?
R: Personalmente penso che la gente ne avesse un gran bisogno di ricominciare a vedere i concerti dal vivo, dal punto di vista di musicista infatti è stata un’emozione risalire su un palco dopo tanto tempo. Dopo un periodo brutto e molto incerto, poiché non si sapeva bene quando si sarebbe potuti ripartire, vedendo com’è andata stasera, penso che anche per il pubblico, che è stato bello trovare cosi’ affiatato, sia stata una gioia.
D: Si è stato davvero bello! Grazie Niccolò per la tua franchezza, sei stato molto elegante nel concetto, giustamente questo è stato un periodo un po’ difficile per tutti.
Passerei ora ad un’altra domanda, poi ti lasciamo andare a riposare, perché la band ha suonato due ore e, ve lo posso assicurare, con molta intensità e carica.
Ti faccio ora una domanda emozionale diciamo, più da spettatore. Riguardo i brani del primo repertorio Sabbath, da cui avete attinto molto, quei pezzi se vogliamo sono un pochino più complicati da eseguire, ma lì ho avuto l’impressione che venisse fuori veramente il vostro cuore per i Black Sabbath; ti dico la verità, ho avuto l’impressione che siate stati un po’ meno personali sul repertorio di Ozzy Osbourne, sul quale eravate tutti molto preparati tecnicamente, sia sulle parti vocali che sulle ritmiche e gli assoli, ma forse e’ mancato un briciolo di trasporto emotivo. E’ stata solo una mia impressione? Cosa ne pensi?
R: Diciamo che la parte centrale del concerto credo sia stata la migliore, sul finale forse eravamo anche stanchi: un concerto di due ore ti mette sempre a dura prova. Noi siamo molto legati e ben amalgamati sui pezzi dei Sabbath, anche su quelli di Ozzy per dire la verità, però quelli di Ozzy fanno sì che ci sia meno spazio per improvvisazioni, perchè molto è incentrato su voce e assoli chitarristici e il tutto va suonato in un certo schema più rigido.
Vista la tarda ora saluto Niccolò, Bud, Andrea e Dario e li ringrazio per la loro infinita disponibilità, mentre al Campus Industry si procede con un’alternanza di due DJ chiaramente tutto in stile Hard Rock e Heavy Metal.
Con la speranza di rivedere presto i Nightcomers, un caloroso ringraziamento va anche a tutto lo staff del Campus Industry, in particolare agli organizzatori.
Al prossimo live!
A cura di Riccardo Vagli “Vaglas”
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