Folco Sbaglio con il singolo “Storia di un pettirosso” racconta la metafora della nostra società

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Primo singolo in assoluto prodotto da Folco Sbaglio, “Storia di un pettirosso” ancora oggi, a distanza di 23 anni, conquista il pubblico, puntando dritto al vertice del contest di Music-Alive.
“Rubò a pubblicani, a nobili, a suore, ma quella società gli rubò il cuore. Lo sguardo di Marian fu come una freccia, che senza ferire nel suo cuore fece breccia”. La storia d’amore tra Robin Hood e Lady Marian e le vicende del bandito giustiziere, proiettata nei testi e metaforica denuncia delle ingiustizie dell’attuale società, diventa lo scenario di un brano folk, con atmosfere influenzate da gran parte del panorama cantautorale italiano, da De Andrè, a De Gregori, a Edoardo Bennato, meritando un posto tra la buona musica d’autore italiana.
“Storia di un pettirosso” si svela come ballata fin dalle prime note, suonate con gli slides su chitarra acustica (una Resofonica) ed evidenziando la preparazione musicale angloamericana del cantautore.
Il singolo, scritto nel 1997, diventa la label song del primo album di otto tracce, inciso su vinile, di Folco Sbaglio, pubblicato nel 2014, grazie ad un crowdfunding di successo e distribuito dall’etichetta Hydra Music.
Folco Sbaglio (testi, musica e chitarra acustica), Vanni Pavonus (Chitarra elettrica), Nitto Lasco (chitarra resofonica), Merlina Plaza (violino), Gabriele Moscaritolo (Flauto), Deddo Lelmi (Basso), Nonio Nass (Batteria), Sally dei Gerani (cori): sono il folto gruppo di musicisti, denominati Le Ore Perdute, i cui componenti per tradizione vengono ribattezzati con nomi d’arte e con cui il cantautore irpino ha condiviso anni di live e, con molti di loro, ha realizzato l’album in questione al Melisma Studio.
Dopo diversi live nella capitale, iniziati con il battesimo al Traffic, punto di riferimento per la musica dal vivo a Roma, e una quarantena passata a lavorare da remoto con i suoi musicisti, è prossima l’incisione del nuovo progetto e per la seconda volta i suoi fans saranno chiamati per la raccolta del crowdfunding.
Constatate la meticolosità e l’accuratezza dell’album precedente, rimaniamo in attesa di ascoltare il nuovo lavoro, che sicuramente riserverà delle belle sorprese.
A cura di Elisa Iacono