Case Popolari

“Figlio mio, con quali occhi ti devo vedere, mentre nascondi le mani nelle tasche per non farmi accorgere di quanto siano vuote, e piene di spine? Figlio unico, orfano anche tu come tutti i tuoi fratelli sul ciglio dei miei marciapiedi, ad elemosinare la carezza della notte mentre aspetti il bacio di un’alba nuova, troppo a lungo attesa e ancora così persa tra le promesse del domani; figlio cieco, come il mio ventre di cemento e neon, sporco della polvere sottile dei campetti di periferia e dell’odore del traffico, che si attacca alla pelle e ti trapassa l’infanzia mentre rincorri l’ennesimo pallone lanciato attraverso i cortili di case popolari; figlio solo, che avevi tutto e che non ti mancava niente, che andrai a confondere la tua faccia tra le facce di altra gente.
Figlio mio, come tanti, come gli altri.”
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