CMF • PECORARO NERO

“Un giorno, passando nelle campagne vicino casa, vidi un uomo di etnia credo senegalese o nigeriana. Quest’uomo era sul ciglio della strada, con bisaccia, bastone e stivali di gomma, e un cappello. Guardava continuamente in alternanza il cielo e poi la vallata giù in basso, dove pascolava un gregge. Il suo gregge. Era il 2018, erano da poco morti dei ragazzi nel meridione, in un incidente, erano in un furgone di ritorno dai campi. Vittime del caporalato. Vittime del sistema Italia che permette l’esistenza di certe realtà. Era il 2018, quando certi politici davano dei parassiti a chiunque avesse anche solo APPARENTE nazionalità straniera e pelle scura. E mentre l’onda dell’odio montava e il popolino si univa identificando nei migranti il problema che ammorba l’Italia, molti di essi invece pur di non rubare o delinquere si abbassavano a fare ogni lavoro offerto. Anche a cifre e condizioni disumane. 2-3 € l’ora. “Lavoro”, dice. Persone costrette ad accontentarsi di questa vita mentre il popolo ospitante (noi) li chiamava parassiti. Ecco, tutto questo in un attimo mi è passato nella mente e l’esplosione che ho avuto dentro ha generato musica e parole di Pecoraro Nero. Egregiamente confezionato poi con i compagni d’avventura del CMF. Politica? No…si tratta di umanità. Di fare distinzioni. Il crimine, la povertà, la ricchezza, non hanno colore. Sono ovunque. Il nostro problema è chi permette che certe cose avvengano. E chi lo permette ha cittadinanza italiana.” Simone Virgili
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