IN BIANCO E NERO, I Remida secondo Mirror

I Remida sono una band indie/pop modenese in attività dal 2008, con quattro album all’attivo: Sentimenti fragili – 2008, Vita – 2013, Equilibrio Stabile – 2014 e In bianco e nero – 2018. Da Equilibrio Stabile arrivano i singoli Fotografia, Come il primo giorno e Così che passerà, grazie ai quali entrano nelle classifiche dei brani indipendenti più trasmessi dalle radio. A Luglio 2016 esce Luce delle stelle, brano che avvicina la band ad un’identità sonora tutta nuova e precursore di un nuovo lavoro, che diventa il tormentone estivo della band.
Dall’ultimo album sono stati estratti due singoli: La Canzone del secolo, uscita a giugno,
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e la title track In bianco e nero che sentiamo in radio da ottobre.
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Per fine marzo è prevista l’uscita del terzo singolo, Elenoire.
Tra gli eventi maggiormente di rilievo per la band meritano menzione la partecipazione al RoxyBar del 2014, il live a giugno 2014 in Piazza Martiri a Carpi, dove, sullo stesso palco, davanti a più di trentamila spettatori, si sono esibiti artisti come: Modà, DearJack, Francesco Renga, Arisa, Noemi e tanti altri, un tourda 70 date in un anno e mezzo e la recente partecipazione (2018) alla manifestazione Tieni Il Palco, che la band ha meritatamente vinto.
Con questa occasione abbiamo ascoltato il loro ultimo album In bianco e nero, che andiamo di seguito a recensire.
8 novembre: “fuori piove e dentro anche”, è il bilancio di una malinconia disarmante e sincera che trova un equilibrio grazie alla linea vocale e allo strumentale sostenuti, in un interessante contrasto tra parole e musica.
Elenoire: ballad tenera e sognante, la storia di un’ambizione in tutti suoi dettagli raccontata con un’atmosfera che fa venir voglia di “tuffarsi nell’infinito di un tramonto”. Brano emozionante e orecchiabile, scelto come prossimo singolo la cui uscita è prevista per fine marzo e che sicuramente darà molte soddisfazioni e riscontri.
In bianco e nero: a questa espressione è quasi inevitabile associare il passato ed i ricordi… E infatti è proprio di questo che racconta questo brano: “un passato bello da ricordare”, anche a livello sonoro con degli incisi un po’ retrò un po’ Baustelle. Questo pezzo è stato il secondo ad essere uscito come singolo, molto diverso come stile rispetto al precedente.
La canzone del secolo: primo singolo estratto dall’album. Un testo brutalmente realistico su una ritmica coinvolgente che quasi obbliga a muoversi, un’atmosfera urbana contornata da un trip-hop un po’ reggaeggiante e pieno di contaminazioni. Un mash up decisamente ben riuscito e caratterizzato, che ci racconta del vuoto dei nostri giorni che corrono via mentre “il cielo morde i nostri sogni”: “nulla di comico”.
Lei non piange più: struggente resoconto della fine di un amore, del vuoto e del grido dell’anima interpretato magistralmente sia a livello vocale che descrittivo. Uno di quei brani con i quali è impossibile non entrare in empatia, emozione pura.
Non è niente: “non è niente, passa tutto”, quello che spesso ci ripetiamo quando dobbiamo stringere i denti e andare avanti. Stanchezza e malinconia mascherate da una lettera aperta fatta di domande retoriche a proposito di sensazioni e interrogativi che prima o poi tutti ci poniamo. Una sorta di confessione, di quelle in cui chiediamo conferma di non essere i soli a sentirci così.
Passato ormai presente: rock elettronico con un tocco glam in stile The killers, una metrica incalzante per un testo altrettanto incalzante, fatto di riflessioni e di domande dirette che come filo conduttore hanno il rimpianto e lo sguardo al passato con occhi diversi, quelli del senno di poi che ci fanno vedere la realtà per come era davvero. Un pezzo disilluso e concreto.
Senso di colpa: cosa succede quando si tradisce la propria donna e poi ci si pente? Succede che nascono pezzi come questo, in cui si percepisce tutto il blues, inteso come umore e non solo, che ne consegue e che potrebbero essere suonati in un locale r’n’b di New Orleans… oppure sotto la finestra della partner tradita, con uno striscione che recita “scusa”. Con un testo e una base così, il perdono è assicurato.
Sole d’estate: esattamente come promette il titolo, un brano energico, una dichiarazione bellissima e una promessa di essere la roccia e il rifugio dell’altro: “saremo forti” come il sole e il vento. Ancora dell’elettronica per questo pezzo sorridente e ottimista.
Sulla pelle: il pezzo più “di pancia” dell’album, che riesce a concentrare in poco più di tre minuti sia atmosfere cupe e nostalgiche come quelle che incontriamo nelle strofe, sia la sofferenza urlata che deriva dal “tu mi mancherai sulla pelle”. Quel minestrone di sensazioni che si hanno quando si rivorrebbe qualcuno a tutti i costi nella propria vita, che qui viene espresso in modo completo e particolarmente coerente: tutto quadra nella sua complessità, parole, musica ed emozione.
Auguriamo quindi ai Remida di continuare a collezionare successi!
a cura di Mirror © 2019
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