1)Ciao Emanuele ,racconta ai nostri lettori come hai iniziato il tuo percorso musicale?
Ho iniziato da bambino lo studio del pianoforte e della teoria musicale. I primi tre anni furono tutti basati sullo studio intensivo di scale e armonia. Solo molto più avanti arrivarono i primi pezzi “facili” di Bach. A me però sin da allora interessava la forma canzone. Ero stregato da come le parole potessero fondersi con la musica e questo in ogni genere musicale che mi capitava di ascoltare, fossero i canti di chiesa che si intonavano a scuola, le canzoni di Battisti, De André e Battiato che si ascoltavano in casa o la musica inglese e americana che passava in radio. Ero affascinato dalle “parole cantate”. Così, all’età di 13 anni lasciai la musica classica e, verso i 16 iniziai a suonare la chitarra sotto la guida del maestro Enrico Petrucci, il quale mi insegnò la scrittura metrica e la composizione. Grazie a lui approfondii anche lo studio dello strumento divenendo suo chitarrista ritmico all’interno di vari progetti legati dapprima al flamenco e poi a vari stili di musiche sudamericane.
2)I tuoi brani da cosa nascono e come li sviluppi?
Le mie canzoni nascono da un’emozione iniziale data da qualche esperienza vissuta. Nel caso di “Aspettando i barbari” è la preoccupazione per il futuro del mio paese. In “Una città non mia” è la nostalgia di un amore perso. Queste emozioni generano l’atmosfera generale del brano e l’andamento della linea melodica del canto che poi vado a completare scrivendo le parole e raffinando l’armonia. Il processo di arrangiamento invece avviene in sala, suonando assieme ai musicisti che collaborano con me. Scambiandoci idee e provando e riprovando.
3)Cosa pensi dell’importanza dei social-media nel mondo musicale?
Di certo oggi i social-media sono molto importanti nella promozione musicale ma bisogna saperli usare bene. Se i progetti non vengono curati come si deve i social possono diventare facilmente un’arma a doppio taglio e invece di promuoverti ti sputtani.
4)Perché vuoi fare musica?
Faccio musica da quando avevo sette anni e ne ascolto tantissima tutti i giorni . Fa parte di me. Non è neanche una decisione. E’ una condizione esistenziale. Non posso farne a meno.
5)Il genere che ami? Il genere che odi? Perché?
Non ho preclusioni sui generi musicali. Adoro tanto il rock e il progressive quanto il tango e la bossanova. Di certo preferisco la musica cantata a quella strumentale. Un genere che ho difficoltà a capire è il jazz. In particolare quello strumentale. E’ un mio limite.
6)Cosa un’artista o una band non dovrebbe mai fare?
Dare per scontato di essere migliore di altri. E’ un errore madornale che ti preclude la crescita. Dopo tanti anni ed esperienze si può acquisire la supponenza di saperne più degli altri ma non ce nulla di più falso. La musica riserva sempre molte sorprese e l’ultimo dei ragazzetti di periferia che suona in qualche band scalcinata può avere intuizioni che tu non hai mai avuto nonostante tutte le tue esperienze e il tuo curriculum.
Mi capita spesso di partecipare a contest assieme ad altri artisti molto giovani e di rimanere a bocca aperta non solo per il loro talento ma anche per l’originalità di quello che propongono.
7)Il tuo momento più difficile nel percorso musicale?
E’ stato quando, dopo sei anni in cui mi sono dedicato prevalentemente a repertori sudamericani, ho ricominciato a scrivere canzoni mie in lingua italiana. Non avevo intenzione di abbandonare la musica latina. Specie perché quell’attività era frutto di anni di ricerca e lavoro. Le circostanze però si erano messe in modo tale che fui costretto a fare una scelta e alla fine, dopo aver sofferto non poco, ho scelto di seguire la mia ispirazione.
8)Sogni nel cassetto e progetti per il futuro?
Innanzitutto, insieme a Francesco Ferrarelli (chitarra elettrica), Enrico Belardi (basso) e Fabrizio D’Armini (batteria), sto lavorando al nuovo album di canzoni che vedrà la luce nell’autunno prossimo. Mi piacerebbe molto anche lavorare come autore. Scrivere per altri. In particolar modo per voci femminili. Sto infatti cercando delle cantanti per le quali poter scrivere.
Pubblicato da Music Alive
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