Intervista Genus Ordinis Dei – Bullo fest 9 ottobre 2020

Si è svolta venerdì 9 ottobre 2020 la seconda edizione del BULLO FEST al Legend club di Milano. Ad un anno dalla sua prima edizione, la grande festa organizzata dall’Associazione Dario Valentini F.O.H. in memoria di Dario, replica le celebrazioni portando sul palco due grandi band: i Geschlecht e i Genus Ordinis Dei. Dopo aver rotto il ghiaccio grazie alla simpatica chiacchierata con la band di apertura Geschlecht, ho avuto l’onore di intervistare per Music-Alive anche i Genus Ordinis Dei, orgoglio dello scenario Metal italiano, al mio primo servizio. Che dire: una band tutta da scoprire. Tutto è iniziato con una birra, offertami gentilmente da loro.
La formazione attuale comprende: Nick K (voce e chitarre), Tommy Mastermind (chitarre), Steven F.Olda (basso) e Richard Meiz alla batteria.
C: Come vi siete conosciuti, come siete nata come band?
N: Ci siamo conosciuti perché siamo tutti coetanei di Crema, piccola cittadina in provincia di Cremona. Io e Ste abbiamo frequentato la stessa scuola, Tommy è un mio amico d’infanzia e Richard era il miglior batterista della cittadina. Il progetto si è dichiarato e concretizzato a cavallo tra il 2011 e il 2012, quando ho scoperto che potevo cantare e suonare contemporaneamente la chitarra: a quel tempo cercavamo un cantante, così abbiamo definito la lineup noi quattro.
C: Il nome della band da dove viene?
(Nick indica Steve)
S: Io il nome?
C: E’ lui il colpevole?
S: No no… è l’unica risposta che sapevo.
N: All’inizio il nome era GOD, ma era impossibile trovarci online perché veniva fuori un altro personaggio molto più famoso di noi. Eravamo introvabili… all’epoca il nostro primo album, ovvero: “Genus Ordinis Dei – The Middle”, non era ancora stato pubblicato. Abbiamo deciso di cambiare il nome in Genus Ordinis Dei e lasciare l’album “The Middle”. Il significato è: la stirpe dell’ordine divino. E diciamo che sintetizza un po’ il concept, la storia che noi raccontiamo nei nostri lavori e nei nostri album. La genesi era proprio questa, un nome sobrio e umile e abbiamo scelto GOD.
S: poi ci siamo tirati indietro e abbiamo deciso di chiamarci Genus Ordinis Dei, l’abbiamo creato noi… La Creazione! Quindi ci siamo abbassati un attimo.
Ovviamente Fil, direttore artistico del Legend club, non perde l’occasione per farsi una risata con noi e passa a salutare.
S: Poi posso rispondere alla prossima domanda?
Fil: Allora, abbiamo una reputazione da mantenere. Non roviniamola definitivamente.
(risate)
C: Quali sono le band che vi hanno influenzato di più?
Fil: Risponde Steve adesso.
(risate)
S: Partiamo dal fatto che Tommaso, fin dalla genesi, è sempre stato quello che ha iniziato a scrivere.
Fil: Un po’ prima di Adamo ed Eva o un po’ dopo?
C: prima Fil, sono loro che han creato il tutto.
N: ci sta bomberando l’intervista.
(Filippo ci saluta, lasciandoci continuare)
S: Comunque Tommy è stato quello che ha avuto sempre più talento da questo punto di vista. Quindi le influenze più grandi, sono sempre state nelle parti melodiche, orchestrali… possiamo dire: Kamelot, Nightwish e Dimmu Borgir. Abbiamo evoluto il tutto…
N: A chi assomiglio io?
S: Ai Fleshgod Apocalypse…
N: No, intendo vocalmente.
S: Randy Blythe dei Lamb Of God… ma io stavo cercando di rispondere alla domanda. Per le parti un po’ più ritmiche ci siamo lanciati verso Lamb of God, Whitechapel… quella generazione. È diventato un po’ un misto, queste sono le influenze che abbiamo sempre avuto.
C: Come avete vissuto il lockdown?
R: Malissimo.
S: Io ero dentro la zona rossa.
R: Con Steven, siam tornati dal Sud America il giorno in cui hanno messo in lockdown il suo paese. Poi si è trasferito. La quarantena è andata come è andata, ognuno di noi ha fatto qualcosa di diverso e ci siam reinventati. Io mi sono rimesso a far lezioni, far videogiochi… mi sono messo a cucinare.
C: Hai imparato a cucinare bene allora…
R: So già cucinare bene, però ho fatto di meglio.
S: Sono 15 anni che ci invita fuori, per una grigliata da lui, ma non è mai stata fatta.
(risate)
N: Durante il lockdown abbiamo prodotto tutta questa nuova grande opera, cioè “Glare Of Deliverance”. Naturalmente all’inizio abbiam fatto tutto in via telematica. Appena usciti abbiamo iniziato a fare shooting dei video. Quindi non siamo mai stati fermi, avevamo questo progetto in programma da 2 anni.
C: Avete anche fatto il crowdfunding se non erro.
N: Esatto, bravissima. Siamo stati anche molto contenti, perché in un momento strano e molto difficile comunque è stato superato il budget e i fan ci sono stati molto vicini.
S: In un momento molto difficile…
N: Un momento molto surreale e molto sofferto. Non sapevamo se fosse andato bene perché è un evento mai successo prima. Questa pandemia è esplosa e ha travolto tutti. Non ci siamo fermati e l’abbiamo aggredita e… alla fine penso sia stata una strategia furba. Senza mai però, sottolineo, parlare della pandemia stessa. Abbiamo annunciato il crowdfunding una settimana prima che esplodesse tutto. Quindi avevamo dato una mezza parola e poi ci siamo riuniti tra noi per capire il da farsi. Abbiamo aspettato che il momento di picco svoltasse.
T: La prima settimana, anche per noi, è stato un momento di sbandamento come se fosse l’apocalisse. C’è stata un po’ di paura esagerata, giusta, però abbiamo aspettato quel momento lì per capire cosa fare. Per qualche giorno abbiamo lasciato in standby tutto perché eravamo presi male.
S: Cosa importante che teniamo a sottolineare è che, avendolo annunciato prima della pandemia, abbiamo tentato di distaccarci da altre realtà di crowdfunding di altre band. Sai, molte hanno fatto crowdfunding perché “ci han cancellato il tour”. Noi abbiamo cercato di coinvolgerli nel nostro progetto, i nostri fan, anche per distrarli.
N: La parola Covid o corona virus era bandita dalla nostra testa e comunicazione in quel momento lì.
S: Ci tenevamo a creare qualcosa di grande.
C: Anche perché il vostro album, che uscirà il 4 Dicembre, è stato fatto ad episodi. Parlate di Eleanor, giusto?
T: Sì, hai detto bene. Perché oltre ad essere un album, abbiam cercato di ampliare il concetto di singolo e album in sé. Avevamo già da tempo idea di raccontare una storia e affiancare alle canzoni degli episodi video, quindi delle puntate, in formato canzone. Queste raccontano una storia e abbiamo deciso di fare la release di ogni singolo, quindi uno al mese, per tutti gli episodi fino alla fine. Così chiunque può seguirlo.
N: Noi la chiamiamo: METAL MUSIC SERIES, come format.
S: THE FIRST METAL MUSIC SERIES!
N: Abbiamo prodotto tutti i video e tutte le canzoni e adesso a step usciranno. Ogni canzone ha un’illustrazione dedicata, un merch dedicato, un video dedicato.
R: E per tutti i singoli vale la regola che 3 giorni prima esce il singolo su Spotify e solo dopo esce il video. Oggi è uscito il singolo “Edict” e tra tre giorni uscirà l’episodio. E sarà sempre così fino a febbraio o marzo.
T: Penso che nessuno abbia realizzato un progetto del genere. Abbiamo fatto molte ricerche, penso che siamo i primi.
N: Il problema è che essendo uscito questo nostro progetto, bisogna pensare a quello dopo… bisogna cercare di migliorarsi sempre!
S: Ma abbiamo già pensato a come svoltare il tutto.
N: Noi siamo legati al concetto di album, giustamente, che è molto importante per i metallari ma questo va oltre. Si supera in questo senso. Eleanor è la protagonista di questa storia inventata da noi, legata al concept, di cui ti accennavo prima, “The Middle” come album. Ed è uno spin-off di quello che è la trama principale della nostra saga. La ragazza deve adempiere un rituale ma viene interrotta dalla Santa Inquisizione che cercherà di fermarla e alla fine… ti vedrai la Metal Music Series…
(risate)
C: Quale alcolico o cocktail vi descrive meglio?
R: Se intendi come band, un invisibile… scabroso.
S: Noi siamo un fantastico Old Fashioned: Tommaso è lo zucchero, Meiz è angostura better, io sono il ghiaccio e Nicolò è il whisky.
C: Bene, bella descrizione. Vi ringrazio per il tempo dedicatomi e non vedo l’ora di godermi lo spettacolo!
N: Grazie a te! Per l’opportunità!
Ora è arrivato il momento di salutarli, manca poco al live e devono prepararsi. Io intanto mi godo l’aria autunnale e i metallari che arrivano al locale per godersi lo spettacolo. È molto bello vedere che dopo tutto il periodo negativo ci siamo per supportare i nostri artisti!
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A cura di Chiara Garofalo – Music-Alive 2020
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