Intervista Geschlecht band – Bullo fest 9 ottobre 2020

Si è svolta venerdì 9 ottobre 2020 la seconda edizione del BULLO FEST al Legend club di Milano. Ad un anno dalla sua prima edizione, la grande festa organizzata dall’Associazione Dario Valentini F.O.H. in memoria di Dario, replica le celebrazioni portando sul palco due grandi band: i Geschlecht e i Genus Ordinis Dei. E il fatto che una data commemorativa abbia coinciso con l’inizio della mia collaborazione, mi riempie di orgoglio ma, devo ammetterlo, è una bella responsabilità: mi scrollo quindi di dosso l’agitazione e vado a rappresentare Music-Alive per dare voce, anche giù dal palco, a questi bravissimi musicisti, facendo quattro chiacchiere con loro nel backstage.
Ecco che ho la possibilità di intervistare i Geschlecht , gruppo italiano della scena Metal. La formazione attuale comprende: Edoardo Volpato (basso), Fabio Speroni (batteria), Amedeo Casale (chitarra) e Amedeo Finati (Voce).

C: Allora ragazzi, vi definite industrial Death Metal?
F: Ni, abbiamo molte influenze.
A: In verità ci descrivevamo come Metal, il genere ce lo han buttato addosso gli altri. Ma non si discute con la comunità Metal. (ridendo)
C: Come nasce la band?
A: Diciamo che è iniziata fondamentalmente quando ho iniziato a suonare la chitarra io. Mi piaceva sia suonare pezzi dei miei gruppi preferiti ma anche scrivere mie creazioni. È nato poi il tutto con Amedeo il cantante, mettendo su un gruppo letteralmente da cantina perché provavamo in cantina!
F: E siamo tornati a provare in cantina!
A: Esatto! Abbiamo fatto la sala prove e ci sentivano, all’epoca, molto “pro” per questa iniziativa. Le prime prove sono iniziate con un nostro amico batterista che poi ci ha lasciati perché non gli interessava. Da qui noi siam passati a suonare un genere più “heavy “perché, come tutti i ragazzini di 15 anni, abbiamo iniziato ad ascoltare i Pantera. Dopo averli scoperti abbiamo iniziato a cercare un nuovo batterista e un cantante.
F: Il cantante ha fatto solo una prova e cantava in pulito, oltretutto. La clean voice!
A: Sì esatto! Tutto è nato da un intervallo lungo a scuola in cui lui aveva assoldato noi per suonare due canzoni più una che abbiam deciso noi, tra cui: “Metalingus” degli Alter Bridge. E così è nato il gruppo! Come poi ti dicevamo il cantante “clean voice” dopo la prima prova ci ha lasciato e Amedeo ha preso il suo posto. Tutto perché una volta si è messo ad imitare Jonathan Davis dei Korn…
F: …e Corey Taylor degli Slipknot. Stava cantando se non sbaglio “Psychosocial” o “Duality”, non ricordo bene.
A: Esatto! Il problema è che non aveva né la voce di Corey Taylor e né di Jonathan Davis. Aveva un ibrido tra Randy Blythe e Mikael Stanne degli In Flames. Ci siamo messi a fare quello che inizialmente è un “Groove metal” molto melodico, come s’intende dall’EP.
F: Che è scomparso per la vergogna.
(risate)
A: Perché era orrendo e poi si è evoluto in questa specie di metal melodico.
C: Quali sono le band che vi hanno influenzato di più?
C: Gli Alter Bridge in primis, di cui io sono un gran fan! Un po’ di “metalcore”… alcune parti le volevo fare in “djent” ma mi hanno negato la possibilità. Allora abbiamo continuato con questo melodic death e siamo arrivati a “New Load Continue” (primo album). E poi è entrato anche Edoardo! Lo abbiamo lasciato fuori fino all’ultimo.
(risate)
F: diciamo che quando sono entrato io, c’è stata la ricerca del bassista: abbiamo trovato Edoardo, che è ancora con noi, e altri due membri, di cui uno è diventato il nostro fonico. L’EP è registrato con due chitarre e anche l’album con due, dopodiché la chitarrista ci ha lasciato e siamo rimasti in quattro.
A: La chimica fra noi 4 è la migliore perché ci conosciamo da più tempo. Io e Ame ci conosciamo da sempre… Edo veniva a scuola con lui, prendevamo lo stesso treno. L’ultimo arrivato è stato Fabio, ma lo abbiamo preso subito, era il nostro “orsacchiotto”.
F: Sono già 6 anni. Possiamo non vederci per un mese ma il legame rimane sempre lo stesso. Nel lockdown facevamo le videochiamate per stare uniti… Arriva il nostro bassista. Edo vieni qua!
(si unisce a noi Edoardo Volpato, bassista del gruppo)
“continuiamo…”
F: Dopo tutti questi anni insieme, partendo dal niente, riuscire ad avere qualche piccola soddisfazione anche solo pubblicando il nostro primo album è stato un grande traguardo.
A: Abbiamo dovuto superare varie difficoltà quest’anno, con l’uscita della Rebecca e il resto. Tra cui i miei problemi di salute.
C: Il lockdown, come band, come lo avete vissuto?
A: La fatica è stata grande, principalmente a causa di una malattia grave che ho dovuto affrontare. La fortuna è stata che il tutto è accaduto durante il lockdown: anche se, per ovvie ragioni, darsi supporto personale è stato difficile, il lato positivo è che alla fine del lockdown la situazione si era risolta. È stata la doppia faccia di una moneta.Ho anche perso i capelli!
E: Sicuramente non era calcolato!
(risate)
F: Durante il lockdown io ho lavorato. C’è stato un momento in cui avevo tutte le chiavi dell’università per cui lavoro… ero tipo “the Master of Key”, mi sentivo il capo.
(risate)
E: A livello di gruppo l’abbiamo vissuto in videochiamata. Vissuta con l’intenzione di tornare con nuove idee e progetti!
A: Io non ho detto loro della mia situazione di salute, per proteggerli. Lo han saputo ieri! Ma tutto si è risolto, diciamo nel migliore dei modi
E: Ame ha tirato fuori il carattere forte che ha!
F: Per Ame pur non sapendo nulla siamo stati di gran supporto, perché non essendone al corrente abbiamo mantenuto la stessa atmosfera di sempre e quindi ha potuto vivere quel periodo in modo leggero con noi e…
E: Abbiamo continuato a trattarlo come il tastierista dei Rammstein!
(risate)
C: Avete altri progetti futuri?
A: Sì! Da quando ho preso la chitarra a sette corde, ho cominciato a scrivere materiale nuovo! Sono uno che non si ferma mai e dopo un po’ sforno pezzi nuovi! L’embrione dell’album è stato scritto in una settimana… e 112 take! Non sono uscito di casa per scrivere l’album, per una settimana ho registrato questo centinaio di tracce e alla fine ne sono state selezionate 12. Avrei preferito non farlo di fretta. Soprattutto per la questione testi, ci metto tanto perché devo ascoltare tutta la canzone finita, devo immaginare cosa ci canterà sopra Ame, pensare alla resa live e alla resa studio.
F: Il produttore è Richard, batterista dei Genus Ordinis Dei, quindi è stato un lavoro registrato da Tommaso anch’esso chitarrista dei Genus Ordinis Dei! È stato prodotto in famiglia.
A: Abbiamo una profonda amicizia con loro. Nick è stato il mio insegnante di chitarra.
F: Richard è stato il mio insegnante di Batteria.
E: Steven costava troppo per me!
(Risate)
C: Qual è l’origine del nome della band?
A: Vuol dire “genere”, qualunque cosa legata al sesso, legato alla nascita di una vita nuova.
F: Ci capita di essere “taggati”, spesso e volentieri, da pagine LGBT, in occasioni tipo matrimoni o eventi…
A: …e ci fa piacere, noi siamo molto “friendly”.
E: Il primo nome era greco con una lettera particolare, la “chi greca” che era difficile da trovare, allora abbiam declinato l’idea. Ci sono state poi molte proposte tipo: dolmen, lumen…
F: Erano nickname da adolescenti comunque… eravamo ragazzini. Il nostro cantante è amante dei Rammstein e col tedesco, ha tirato fuori questo nome. Che in realtà questo nome è inscrivibile e impronunciabile per molti.
A: Infatti tra di noi abbiamo adottato il nome di “Gayslot”! Ci prendiamo molto poco sul serio!
C: Look, parlatemene un po’.
E: Ieri io sono andato a comprare i trucchi, sono tornato a casa e li ho buttati…
(risate)
E: Sono andato a ricomprarli ma… non c’era il nero!
(In questo momento Fabio lancia uno sguardo fulminante a Edoardo…. ovviamente seguono risate)
A: La Deborah ce l’ha! È la nostra truccatrice ufficiale! Non la paghiamo ma lei ci paga con le torte!
E: Fa degli ottimi Brownie!
F: E’ una delle fan veramente molto legata a noi e ci aiuta a truccarci. Anche nel nostro video ufficiale del live, ci ha truccati lei! Ed è sempre stata felice di aiutarci perché era contenta del progetto. È fondamentale nel nostro gruppo l’amicizia e il supporto che ci diamo!
A: ci unisce molto l’amore per quello che facciamo e l’affetto. Il profondo legame che abbiamo con le persone che ci aiutano e supportano. È veramente una grande famiglia! Non potremmo chiedere di meglio.
C: Se foste un alcolico o un cocktail?
E: Probabilmente saremmo uno Jӓgermeister! Perché lo beviamo prima di suonare per riscaldarci!
A: Siamo vari come liquori: Amedeo è Jӓgermeister, Edoardo è Montenegro, Fabio è rum…
E: No, Fabio è il Gin!
F: io sono metà Birra e metà Gin.
A: Sono io il Gin, tu sei la Birra!
F: Se fossimo una birra saremmo Best Brӓu da discount, perché siamo semplici lowcost, molto basic. A livello personale siamo molto easy! Siamo… tipo
E: Allora siamo il Negroni! Tutti lo possono fare ma pochi lo possono fare bene!
(risate)
C: Curiosità?
A: il nostro motto è che se una cosa può andare storta, può andare peggio!
E loro erano i Geschlecht, la band di apertura del live di questa sera. Che dire: gruppo giovane, agli “esordi” che ci stupirà sicuramente e che ora deve prepararsi per lo show. Quindi li ringrazio per la simpatica chiacchierata e aspetto solo di gustarmi il live con i Genus Ordinis Dei.
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A cura di Chiara Garofalo – Music-Alive 2020
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