Intervista a TaNKRedi

Guarda il video di TaNKRedi – Non si fa così
Allora, era un giorno come gli altri, la solita routine pronta a ripetersi, mancava poco alla mezzanotte di quella Domenica di Novembre. Ero pronto a spegnere le luci e andare a letto, ma già da qualche settimana un pensiero mi tormentava, continuavo a pensare, pensavo a delle rime e a degli incastri assurdi, cosa che per me erano un’esperienza totalmente nuova, perché non mi era mai risultato così semplice esprimere dei concetti in rima, profondi o leggeri che fossero. Non esitai un secondo e iniziai a scrivere, senza un beat, senza un tempo stabilito, scrivevo soltanto ciò che mi veniva in mente. Arrivai a scrivere metà canzone, poi, dal nulla, decisi di rivoluzionare il tutto aggiungendoci un parte completamente diversa, veloce, incasinata nella dizione e con tanti concetti diversi sparati uno dietro l’altro come un mitra. Finii di comporre questo testo e ancora non avevo trovato il titolo, non mi ci volle molto a chiamarlo con il nome di “2 Facce” visto che stava rispecchiando esattamente la rottura tra la mia routine e quello che avevo creato. Questo conflitto tra usuale e inusuale per me aveva dato forma a una creatura perfetta in grado di evidenziare al massimo il mio stato d’animo.
Credo sia stata l’ora più intensa della mia vita e che sia riuscita a rivoluzionare completamente quella che sto conducendo adesso.
2) I tuoi brani da cosa nascono e come li sviluppi?
I miei brani che per il momento sono due, sono stati sviluppati in modi ben diversi; la prima l’avevo scritta senza un beat e quindi con il tempo che variava quasi a ogni quartina (soprattutto per la prima parte), nonostante tutto grazie all’aiuto di DjValS (Producer molto forte a parer mio) siamo riusciti a sistemare e a chiudere il progetto senza alcun errore (parti fuori tempo ecc.).
Per quanto riguarda la seconda canzone “Non Si Fa Così” uscita il 17/03, mi sono affiancato a un mio amico producer: MEDA. Da qui, la mia visione di come creare musica è totalmente cambiata, perché non avevo ancora dato vita a una canzone con una persona affianco che ti ascolta e riesce a rendere reale una melodia che hai solamente in testa. È diventata un’arte condivisa con un’altra persona fin dall’inizio che ti intende e investe delle ore con te per fare una delle cose secondo me più gratificanti: musica.
Per quanto riguarda il processo di scrittura lo svolgo solamente se sono da solo, perché riesco a riflettere meglio su quello che voglio trasmettere e anche per creare un legame profondo con la base in modo da sentirmi a mio agio con il sound che voglio portare.
Ora sto già lavorando a nuovo progetto e sto notando che il mio approccio è in continuo divenire, le mie parole e il beat più mi evolvo più vivono in armonia e la prossima canzone ne sarà la dimostrazione.
3) Cosa pensi dell’importanza dei social-media nel mondo musicale?
A parer mio i social media sono diventati quasi del tutto indispensabili, persino io che sono sempre stato un po’ scettico verso queste cose alla fine ho ritenuto fosse molto importante avvicinarsi a questo mondo; ma semplicemente per il fatto che l’artista riesce a interagire con gli ascoltatori in modo più immediato rispetto a quando tutto questo non esisteva, riesce ad aggiornarli in tempo reale e aumentare gli ascolti delle canzoni in pochissimo tempo.
4) Perché vuoi fare musica?
Io voglio fare musica perché ritengo che attraverso l’arte si fortifichino i concetti che nella vita quotidiana non avrebbero il giusto peso, per questo ritengo che le parole vadano pesate una a una e unirle insieme a una base musicale rende ancora più unico e importante ciò che devi dire.
Io voglio far musica per unire al meglio l’arte del parlato e l’arte della musica.
5) Il genere che ami? Il genere che odi? Perché?
Il genere che amo in assoluto alla quale sono attaccato da molti anni è il rap. Ho sempre vagato alla ricerca di qualche genere musicale che si avvicinasse davvero alla mia modalità di pensiero. Facendo ricerche e cambiando repentinamente generi sono riuscito a rendermi conto che questo genere riusciva a trasmettermi un qualcosa che gli altri non riuscivano a fare, forse per il sound o forse perché sentivo dirmi le cose che volevo sentire. Questa combinazione ha rivoluzionato la mia vita facendomi innamorare talmente tanto da spronarmi a dare vita a quello che volevo sentire in prima persona, dove il narratore e l’ascoltatore ero sempre io.
Per quanto riguarda i generi che odio, in realtà, non ho mai provato un disprezzo così grande verso uno piuttosto che in un altro. Certamente alcuni generi non mi attraggono particolarmente, ma mi sono ritenuto sempre una persona aperta a qualsiasi espressione d’arte.
6) Cosa un’artista non dovrebbe mai fare?
A questa domanda sinceramente, non essendomi ancora immerso totalmente in questo mondo, non saprei rispondere. Ritengo opportuno tuttavia mantenere sempre la stessa identità per non prendere in giro chi ti ascolta e in primis te stesso.
La coerenza, a parer mio, è la carta vincente che permette a rapper che ci sono da veramente tanto tempo di rimanere lo stesso in cima alle classifiche.
7) Sogni nel cassetto e progetti per il futuro?
Le aspirazioni ovviamente sono tante, alcune probabilmente irraggiungibili, quindi cerco sempre di non fantasticare troppo e tenere sempre i piedi ben piantati a terra mentre la testa va altrove. Quello che vorrei riuscire a fare in futuro è formare un team compatto, dove ognuno è indispensabile e crede fino in fondo in quello che si sta facendo. Inoltre vorrei iniziare a fare qualche live per vedere cosa si prova realmente a cantare davanti a un pubblico.
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