Ivano Leva – The rain of October – recensione

NovAntiqua è una recente etichetta discografica indipendente costituita da un collettivo di musicisti, il cui comune denominatore è rimanere asimmetrici e periferici rispetto al mainstream, perseguendo la commistione culturale: un mondo con molti centri di gravità e nessun satellite. Ne deriva un catalogo dal profilo classicheggiante, insolito e sperimentale, rivolto a coloro che ascoltano (ed amano) la musica in senso stretto. All’interno troviamo, tra gli altri, “The rain of October”, quarto lavoro da leader del pianista Ivano Leva.
Il compositore campano presenta un’opera fuori dal comune, inusuale per questi tempi: una composizione pianistica che si pone orgogliosamente fuori dal coro. Per capirne l’essenza ci affidiamo alle sue stesse parole:
<<L’esegesi di “The rain of October” va ricercata nella verità straziante di un anno, il 2019, nel quale per ragioni personali ho conosciuto il punto più basso della mia esistenza di individuo: un autentico pugno nello stomaco che mi è letteralmente esploso dentro, un flusso di scrittura dei brani incredibilmente concentrato in pochissimi giorni; “vomitare” fuori questi brani (mi si passi il termine molto rude) è stato catartico e fondamentale per intraprendere una risalita che, per quanto mai potrà essere scevra dalle cicatrici accumulate, mi ha donato una rinnovata consapevolezza della mia ricerca interiore>>.
Una prorompente spinta interiore di cui il nuovo album è figlio, un itinerario di risalita e rinnovamento umano, inevitabilmente artistico.
Protagonista centrale (o forse il pretesto scatenante) è la singolare pioggia ottobrina del luogo d’origine dell’autore (i dintorni di Napoli) che diviene generativa di umorali effetti “meteoropatici”.
Le eleganti composizioni, eredi in qualche modo degli insegnamenti di Arnold Schönberg, rappresentano il tentativo del Leva di dare forma sonora agli stimoli emotivi caotici del tutto repentini e discrepanti. In solitudine, servendosi del pianoforte (pianoforte preparato ed elettroniche in due brani).
Un album notturno, minimalista, dall’accentuato carattere evocativo. Lo scorrere dei chiaroscuri accompagna l’ascoltatore attraverso momenti oppressivi, cupi, interrotti da inattese, carezzevoli aperture. Solenne rarefazione. L’’opera intera è caratterizzata da un attraente clima di tensione e turbamento, nutrite dal sapiente utilizzo di dissonanze tonali.
Il Leva mette in mostra parte della sua anima. Un intrigante dipinto sonoro che si articola lungo 12 componimenti davanti ai quali solo uno spirito arido può rimanere indifferente.
“The rain of october” non è un album per tutte le circostanze, né per tutte le orecchie. Non si tratta certamente di un CD da usare in circostanze conviviali, a meno di non voler rovinare la festa ai convitati…
Si consigliano pertanto le giuste predisposizioni d’animo e di situazione, che permetteranno di godere al meglio di questa intima esperienza di ascolto.
Andrea Ghezzi – Musical Box © 2020 – Music-Alive
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