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Live report Nightcomers (tributo Black Sabbath) del 01/08/20 presso Campus Industry, Parma.

Music Alive | Agosto 8, 2020

Primo Agosto, si avvertiva un clima particolare per tanti cultori ed amanti dell’hard rock e doom metal: infatti la data dei Toscani Nightcomers, enorme tribute band dei gloriosi Black Sabbath, segnava la possibile ripartenza e rinascita a seguito di tante rinunce fatte in questo sciagurato periodo di lockdown.

Appena varcata la biglietteria e ricevuto il mio pass, ho subito constatato un ambiente a me amichevole, in quanto, abitando in questa città, ho rivissuto una piacevole carrellata emotiva, rivedendo dopo mesi vecchi musicisti e non, che, come me, seguono con passione e fedeltà questo genere musicale.

Come accennato siamo a Parma e più precisamente al Campus Industry, locale di tutto rispetto che, grazie alla passione e competenza dell’organizzazione e della direzione artistica, sta rapidamente crescendo in termini di fama a livello nazionale.

Passiamo ora al concerto, che ha avuto inizio con toni rilassati verso le ore 22,30.

Palco allestito saggiamente nell’area esterna del locale e che non presentava nulla di improvvisato: di elevata qualità infatti erano sia l’impianto luci che il mixer e l’impianto sonoro.

La band ha esordito sotto una stupenda coreografia di luce blu, eseguendo il pezzo “Children of the grave”.

Guardando i volti soddisfatti del numeroso pubblico che stimo in circa 200 presenze, mi sono strofinato le mani ripetendomi mentalmente, come un mantra, “devo fare un bel lavoro stasera”.

La prima cosa che mi ha colpito è stata la scaletta, che ho potuto facilmente leggere perchè in bella vista sul palco.

I grandi classici c’erano proprio tutti.

Il ritmo cadenzato del brano di apertura ha evidenziato le immense capacità tecniche della sezione ritmica, eseguita da Dario alla batteria e Andrea al basso.

Il concerto scivola via liscio come l’olio alternando “Snowblind” e “Lord of this world”, pezzo dalla parte vocale consistente interpretata dal veterano del metal Italiano, Bud Tribe.

Dopo un pezzo leggermente più easy per le orecchie dei presenti, “Never say die”, che viene magistralmente interpretato con un cantato molto simile alla tonalità di Ozzy, ci addentriamo nella parte più impegnativa del live.

Quattro pezzi pescati dal primo repertorio Sabbath, non semplici per gli innumerevoli cambi di tempo, sono stati sicuramente il cuore pulsante dell’intero concerto.

Behind the sleep of wall”, “N.I.B.”, “Hand of doom” e “Fairies wear boots” esaltano le capacità chitarristiche di Niccolò, il più giovane del gruppo.

Era infatti molto concentrato e trasportato dall’aura di magia che evocano in successione quei brani.

La scelta del pezzo successivo è stata una prova di coraggio: “Dirty women” è infatti una canzone generalmente poco valutata dai fans storici dei Sabbath, ma che dal vivo trasmette un crescendo che culmina in un lungo assolo di chitarra, eseguito alla grande dal giovane Niccolò.

Si entra ora nella parte piu’ ruffiana e dalla prevedibile calda risposta da parte dei presenti.

Iron man”, “Into the void”, “Black Sabbath” e “War pigs” eseguiti in sequenza lasciano i presenti stupefatti, in tanti infatti dicono “ho fatto bene stasera a uscire di casa”.

Tecnicamente in quei pezzi emerge il fortissimo carisma scenico di Bud, che riesce a far cantare e ballare anche le belle e giovani cameriere e bariste del Campus.

Come sezione ritmica siamo a pieni muscoli caldi, infatti Dario e Andrea si lanciano in piccoli e rapidi capolavori di tecnica e gusto, dove per trasporto emotivo non lasciano per nulla rimpiangere gli originali Bill Ward e Geezer Butler.

Arriviamo ora a “Paranoid”, che come sempre merita un discorso a sé.

Viene eseguita con una velocità superiore all’originale, e forse da una non perfetta metrica di linea vocale, ma qui i prodi spettatori erano già in preda alla gioia e quindi tutto fila alla perfezione.

Si passa ora a due pezzi del repertorio Ozzy, eseguiti molto bene, ma che a mio parere lasciano poco spazio ad improvvisazioni, da parte dei componenti della band.

Bravissimo Niccolò nel dimostrare padronanza nei difficili assoli di “Crazy train” e “Bark at the moon”.

A seguito di un pubblico scalpitante, la band, senza pausa, decide di concedere due pezzi come bis:

Il primo è coraggiosamente “God is dead”, tratto dall’ultima fatica discografica “13“.

Il pubblico purtroppo snobba un po’ il brano, ma ingiustamente: è un brano per niente facile e ingarbugliato da eseguire; temo che la scelta fatta dai Nightcomers non sia stata del tutto capita dai partecipanti.

Gran finale in bellezza con “I don’t know”, che manda tanti spettatori a casa felici e sgolati, dove tutti i componenti della band, regalano le ultime energie ai festanti.

BRAVI, GENEROSI e SINCERI, due ore di grande musica.

A cura di Riccardo Vagli “VAGLAS”

“Per leggere l’intervista clicca qui”

Pubblicato da Music Alive

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