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MACHINISKA – Hypochondriatic

Music Alive | Giugno 4, 2020

Hypochondriatic è il titolo del nuovo album EP di Machiniska, pseudonimo di James Galloway, musicista ventinovenne proveniente da Brisbane, Australia. Abbandonata l’esperienza col suo gruppo nel 2014, comincia a comporre da solista, per hobby. Nel 2019 “decide di prendersi più sul serio”  dandosi maggiormente a questa passione. Il 21 aprile 2020 pubblica il suo primo album, in solo formato digitale, che conta sette brani interamente strumentali  di media/breve durata, per un totale di 20 minuti circa.

Le sonorità si collocano all’interno del grande universo della musica elettronica, trovando come punti di riferimento esponenti della scena come i Flying Lotus, The Gaslamp Killer, Shigeto,i Radiohead.

 James miscela tutte queste influenze come in uno shaker e ci serve una sua ricetta del tutto personale. Immergendosi nel vasto oceano della musica elettronica,  ne esplora i luoghi – come l’IDM, il Glitch,l’Hip Hop, l’Ambient –  li fa colloquiare insieme, arrivando a sperimentare soluzioni sempre diverse che risuonano piacevoli all’udito. Il risultato: un prodotto dalle atmosfere a tratti allarmanti e a tratti alienanti, brevi ma intense, alternando ambienti larghi con altri claustrofobici. Le ritmiche sono cadenzate bene e non vengono mai portate all’esasperazione.

Hypochondriatic somiglia più ad un “campionario di possibilità” che ad un album tradizionalmente inteso: una specie di book dove mostrare la propria collezione di fotografie in pose diverse.

Al suo interno troviamo pezzi dove il ruolo dello strumento solista è svolto da suoni  come sirene d’allarme o vibrazioni pulsanti ottenuti con apparecchi di sintesi analogica, accompagnati da pattern ritmici del tutto  gradevoli e ben congegnati. La brevità dei brani e la costruzione di atmosfere sempre differenti rafforzano l’immagine del campionario.

Il catalogo esordisce con il drammatico e caotico “Tetnoid”, passa per le atmosfere più calde e accoglienti di “Guns & Gyno” e “Winter Spider”, e per il metallico  “Dumpings in Disguise” dotato di un groove eccezionale. Presenta anche “Marrow”, che è sospeso e rarefatto, con totale assenza di ritmo, assolutamente meditativo. Una meditazione breve – meno di due minuti – che introduce “Ambient Heat”, uno degli apici dell’album.

Quest’ultimo è così piacevolmente industriale…è come gli ingranaggi di un meccanismo di precisione. Ogni suono lavora all’unisono con gli altri, dando all’intero sistema un perfetto movimento ipnotico. Richiama alla mente le celebri sequenze degli uomini “meccanizzati” del film Metropolis di Fritz Lang o altre de L’uomo con la macchine da presa di Dziga Vertov e non sfigurerebbe come colonna sonora. 

Il campionario di possibilità termina con “Empty Space”, che vede lo sviluppo di una melodia semplice ed efficace di pianoforte, forse l’unico strumento acustico riconoscibile. Il magico dondolio in sospensione di questo brano dolcemente mesto,  dal carattere sensuale, viene in parte rovinato dall’idea scellerata di inserire uno dei suoni più orribili che, a mio gusto, si possano utilizzare: l’ handclap sound.

Hypochondriatic trova la giusta dimensione e il suo equilibrio:  tutte le componenti sono dosate nei modi e  nei luoghi adatti. Riesce a farsi apprezzare anche da chi, come me, non è amante della musica elettronica, e preferisce le sonorità degli strumenti musicali elettro-acustici usati in modo tradizionale.

Un punto forte è quello di non cadere nell’incedere ripetitivo, e prolisso, che caratterizza la maggioranza di questo genere di composizioni.

Una bella prima uscita per Machiniska che sta già lavorando ad un nuovo progetto previsto entro la fine del 2020. Non vedo l’ora di ascoltare, ma stavolta please James, avoid the clap sound!!!

Andrea GhezziMusical Box © 2020 – Music-Alive

Pubblicato da Music Alive

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