Olga Psicotica – Il treno ha fischiato – recensione di Andrea Ghezzi

Sotto il suggerimento dell’amico Roberto Pati, curatore del gruppo facebook “rock Indie Music…e dintorni”, ho approcciato l’ascolto della band alternative Olga Psicotica.
Di Arezzo, la giovanissima band cui l’età media si aggira attorno ai 19 anni, trae il nome da Olga, nonna di Simone (chitarra ritmica e voce), nella cui casa in campagna è stata allestita (suo malgrado) la sala prove a mo’ di consueto luogo di ritrovo per il gruppo. L’aggettivo “psicotica” completa la denominazione, con ironico riferimento al carattere bizzarro, spesso comune tra i più giovani, dei quattro membri della band.
E’ recente la pubblicazione sui canali digitali (Youtube e Spotify) dell’ album in oggetto “Il treno ha fischiato”.
Come sembra evidente, il titolo richiama la novella pirandelliana omonima. Il fischio del treno, che funge da evento scatenante per il protagonista Belluca, provocandone la folle evasione dalla propria misera realtà, per la band è rappresentato dai primi amplificatori e strumenti musicali, che prefigurano l’ avventurosa esplorazione del mondo creativo artistico.
Il sound proposto si aggira attorno al punk, grunge ed affini. La formazione, già rodata anche in ambiti live, è delle più classiche per il genere: chitarra ritmica e voce affidate a Simone, Lorenzo alla solistica, Matteo alla batteria e Gabriele al basso. L’uso della lingua italiana per i testi è una scelta personalmente gradita.
La scaletta proposta conta 14 composizioni originali che completano quasi 47 minuti di musica in formato (per il momento) esclusivamente digitale, col progetto di stampare un CD nel prossimo futuro.
Nonostante la produzione audio poco più che amatoriale, il lavoro del quartetto è riuscito a catturarmi l’orecchio. Pur mantenendosi entro sonorità già battute e conosciute, la costruzione dei brani degli Olga Psicotica contiene degli spunti interessanti. Cambi di atmosfera, alternanze di dinamica, nonché sparse citazioni provenienti da altri generi, sono inseriti in modo intelligente. I singoli pezzi non seguono pedissequamente il binario tipico del genere proposto e le piccole variazioni menzionate delineano una certa originalità, caratterizzano le composizioni e rinnovano, di quando in quando, l’attenzione dell’ascoltatore.
Ne sono esempi: “Superdose” dove la sezione ritmica dà il meglio di sé proponendo un meccanismo sincopato davvero ben congegnato; “Torpore corrosivo” contraddistinta da suggestivi cambi dinamici; ed ancora “Pozzi” con attraenti intermezzi chitarristici anni ’60 e “Qualsiasi cosa tu voglia”, una ballata che evolve dai toni morbidi e accomodanti ad un ritornello velenoso.
Azzeccata la durata delle singole tracce che esprimono quel che devono dire nel giusto tempo e con naturale immediatezza. Prezioso il lavoro della “seconda” chitarra che dimostra personalità.
Cenni di critica vanno mossi, a gusto di chi scrive, alle parti vocali un po’ troppo “lamentose” e ripetitive, finendo col somigliarsi tra loro e risultando, alla lunga, stucchevoli. Il personalissimo consiglio è di lavorare per elevare la vocalità all’altezza della composizione musicale che si mostra più matura, al fine di farle acquisire una propria identità.
Altra nota riguarda la durata complessiva del lavoro che si rivela forse troppo prolisso. Non sempre le dimensioni contano, ed in questo caso, il “taglio” di due/tre canzoni di troppo ai fini estetici del progetto, sarebbe stata una scelta dolorosa ma più convincente.
In definitiva, “Il treno ha fischiato” è un lavoro che mostra una certa solidità sostenuta da un buon temperamento espressivo. Non mancano le leggere cadute, piccoli peccati di ingenuità sparsi qua e là, che tuttavia vengono spesso recuperati dai convincenti cambi di rotta che caratterizzano l’album. I richiami a gruppi come Verdena, Afterhours o CCCP sono evidenti ed a volte rischiano di cadere dalla citazione all’imitazione, ma a fronte di una giovanissima età, gli Olga Psicotica posseggono già la spiccata capacità di apportare elementi del tutto personali ed hanno (fortuna loro…) il tempo e gli strumenti per riuscire a sviluppare ancor più uno stile identificativo.
Andrea Ghezzi – Musical Box © 2021 – Music-Alive – 11.02.2021
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