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Stormwolf. Per chi non conosce questo termine:
sappiate che non è un evento metereologico, ma può essere altrettanto devastante!

Gli Stormwolf sono una band genovese Heavy Metal, sound travolgente e composizioni notevoli che danno alla formazione tutti gli attributi necessari per immaginarli su palchi di nota.

La formazione è composta da 5 elementi, come mostrato in foto. In ordine abbiamo Tiziana “Titti” Cotella alla batteria (si, è proprio lei che mena la cassa.

Piccolama cattiva!) a seguire, Francesco Natale che con le sue mani suona la chitarra e compone le melodie del gruppo.

Al centro abbiamo Elena Ventura, voce da sirena che ti attira per schiantartisulle note rocciose e fantastiche composte da Francesco, proseguendo abbiamo Dave “The
Brave” Passarelli e Francesco Gaetani (rispettivamente chitarra e basso) il primo ricama rif e assoli di chitarra dal sapore epico, il secondo invece ha il compito di tenere il tutto unite con le note del suo basso e a quanto ci riesce magistralmente!

Nati a fine 2014, la band in meno di 4 anni ha raggiunto traguardi notevoli, come ad esempio, aggiudicarsi il ruolo di opening act per i grandi Lacuna Coil e Necrodeath.

Nel 2015 auto producono il loro primo promo intitolato “Swordwind“, lavoro che porterà ottime recensioni sia in Italia che in Europa.

Nel 2018 esce il loro primo album dal titolo “Howling Wrath” sotto l’etichetta discografica RedCat.

Per scrivere questo articolo ho avuto la possibilità di intervistare Francesco Natale, il co-fondatore del gruppo, che ha gentilmente risposto a qualche domanda.

Ormai siete un gruppo consolidato, avete il vostro sound e la vostra personalità, in poche parole siete artisti veri e propri. Ma quando è successo che il sig. Francesco Natale si è sentito artista per la prima volta?

Per quanto riguarda l’essere e “sentirsi” artista, Giovanni Gioacchino Winckelmann, storicodell’Arte tedesco, sosteneva che l’Arte è “sintesi di forma e contenuto”. Laddove viene meno uno dei due elementi, non puoi più parlare di Arte ma, per parafrasare il compianto Peter Steele, di “tollerato vandalismo”. Fuor di paroloni, credo di essermi sentito per la prima volta artista quando lo studio, la dedizione e l’impegno nell’apprendere la tecnica chitarristica e i rudimenti della composizione mi hanno in qualche primordiale misura consentito di sviluppare attraverso lo strumento ciò che avevo in testa. Uscire, pertanto, dalla fase in cui mi bastava strimpellare qualche raffazzonato riff e qualche “solo” in maldestro tapping per sentirmi come Malmsteen (percezione errata e di parecchio, ovvio) per arrivare a comporre canzoni complete, possibilmente decentemente arrangiate, cominciando finalmente a tener conto di suonare con altri tre o quattro musicisti indispensabili per dare organicità e coerenza ad una canzone.

E come è nato tutto questo? Cos’ è ti ha spinto o ti spinge tutt’ora?

La motivazione primaria per me è il divertimento: mi diverto a suonare in generale e, nello specifico, mi diverto vieppiù a suonare le canzoni originali che abbiamo scritto con Stormwolf. So che può sembrare superficiale, ma credo che l’unico metro di valutazione per noi sia questo. Non abbiamo alcun interesse a veicolare “contenuti profondi”, a “catechizzare”, a trasmettere disagio, disamore per la Vita, pessimismo o, peggio, a “formare-le-coscienze”: è Rock and Roll, punto.

Tu sei un chitarrista: come è nata la passione per la chitarra? quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Sicuramente Eddie Van Halen sta al primo posto! Ricordo ancora il momento in cui ascoltai per la prima volta “Diver Down” all’età di dieci anni. Fu un terremoto totale! Non mi capacitavo (eancora oggi è lo stesso) di cosa riuscisse a fare l’Olandese Volante con sei corde e una trem-bar. Un’Artista fuori parametro che oltre ad aver concepito una tecnica (non parlo solo deltapping) anzi che fa scuola ancora oggi era ed è in grado di scrivere canzoni incredibili. E’ sicuramente per “colpa sua” che decisi di iniziare a studiare chitarra. C’è naturalmente un’infinitàdi altri musicisti che amo e che mi hanno influenzato. Ne menziono solo tre per evitare inutile inventario: Jon Drenning dei Crimson Glory, chitarrista e compositore eccelso, originalissimo e personale, Alain Maratrat dei Rockets, innovatore partito dal blues-funk da “balera” per arrivare a portarci nelle profondità del Cosmo, Akira Takasaki dei Loudness per aver fuso tecnica e selvaggia “ruvidità” in un approccio assolutamente unico.

Gli Stormwolf possono vantare delle perfomance live davvero incredibili, ma da quando vai ad altri concerti, a cosa pensi? Ti soffermi sulla performance di chi stai guardando?

Ai concerti ascolto soprattutto le canzoni e guardo lo spettacolo che la band offre. Non sono un recensore o un “sommelier” pronto ad individuare quell’armonico fuori posto o quella equalizzazione troppo “vintage” sul basso. Vado a un concerto per divertirmi, non per compilare tabulati EXCEL o dotti sproloqui con tanto di pallini stile “Trip Advisor” del melomane. Certo, talune performance mi sono rimaste più impresse di altre, come ad esempio quella dei Children of Bodom, visti dieci anni fa di spalla agli immortali Slayer. Dimostrarono una attitudine ed un coinvolgimento pazzeschi, oltre ad uno sfoggio pirotecnico ma mai lezioso di tecnica, sia dei singoli elementi che della band nel suo insieme. Ed era chiaramente intuibile che si stavano divertendo come matti. Allo stesso modo mi colpirono straordinariamente gli Angra, visti in formazione originale al Gods: più posati ed “eleganti” dei COB, naturalmente, ma stessa fottuta attitudine R’n’R!

Gli Stormwolf hanno avuto la possibilità di aprire i concerti di due grandi band come i Lacuna Coil e i Necrodeath.
Che consiglio senti di dare alle nuove leve di artisti per arrivare dove siete arrivati voi?

Studiate! Studiate tanto! Studiate SEMPRE! Mettetevi davanti al metronomo e consumatevi le dita. Questo per prima cosa. Quindi, ogni volta che ne avete l’occasione e la fortuna, cercate di suonare assieme a musicisti migliori di voi, indipendentemente dallo strumento che suonano: mettete immediatamente da parte gelosia, invidia, torva superbia (cose che immagino abbiamo tutti provato una volta o l’altra) e stupitevi, “rubate”, assimilate. Abbiate soprattutto il coraggio di sbagliare: buttatevi senza remore, giacché la “perfezione” non è di questo mondo e, o prima o poi, da quella famosa cantina in cui DA SOLI ci sentiamo tutti Malmsteen dobbiamo pur uscire.
Confrontatevi pertanto senza vergogna e paura. In ultimo, una considerazione più burocratico/amministrativa un poco amara&grigia: se voletefare Musica, ahimé, preparatevi ad investire tempo e anche denaro. Non rovinatevi un disco della Madonna perché avete voluto risparmiare sulla copertina visto che “il cugino del cantante fa il grafico part-time”, non rinunciate ad un fotografo professionista per il vostro press-kit o per un evento importante, non abbiate soprattutto FRETTA di pubblicare sotto etichetta a qualunque costo, anche perché spesso così facendo il costo sarà elevatissimo, ma guardatevi ben intorno, soprattutto qualora si tratti di primo lavoro con etichetta “indipendente”.
NON cedete MAI, mai e poi mai, i diritti di edizione (o Diritti d’Autore che dir si voglia).

Vi abbiamo detto tutto quello che potevamo dirvi su questa band, ora è il momento di provarli e di ascoltarli con le vostre orecchie!

Ecco a voi i video del loro promo e del video del loro singolo:

E visto che sicuramente molti di voi li troveranno estremamente interessanti, qui di seguito riportiamo anche il link della loro pagina facebook e della loro mail che potrete utilizzare per contattarli per eventuali ingaggi e serate, cosa di cui non ve ne pentirete:

https://www.facebook.com/Stormwolf.it/

stormwolf@libero.it

 

Pubblicato da Music Alive

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