“Sono anni che provi a cambiarti, perché tutto rimanga uguale. Sono anni che provi a chiamarti con nomi che non hai, per provare a dimenticare chi sei. Sono anni che provi a cercarti, per il gusto di non trovarti mai. Bastarsi, può bastare: in fondo, sei tutto quel che hai”.
APICE è la somma delle sue domande senza riposta, la voce del suo masochismo; fa a pugni con tutto ciò che abusato, ma la nicchia gli sta stretta. Per trovare la giusta dimensione alla sua musica, ha intrapreso un tour di oltre 40 date nei principali club della Penisola, prima di vincere il Premio Fabrizio De André 2019 e pubblicare “BELTEMPO”, il suo album d’esordio per La Clinica Dischi, accolto con entusiasmo da critica e pubblico e punto di inizio di un secondo tour promozionale che stava portando il cantautore ligure in giro per l’Italia, prima del disastro virale. Dopo lo stop pandemico, tra luglio e ottobre torna sui palchi con “Pianopiano Tour – Concerti contro la paura”, un ciclo di venti concerti in acustico in giro per la Penisola. Dopo la pubblicazione, nel 2020, di “Precipitare” e “Barche” (feat svegliaginevra), ora è pronto a battezzare il nuovo anno con un brano diverso, che sa di manifesto personale, e di allergia ad ogni forma di retorica.
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