“THROUGH THE WINDOW”, terzo lavoro dei Wolfsinger: la recensione

Veterani dell’underground metal piemontese, i Wolfsinger vantano una bio di tutto rispetto, sia a livello di live che di produzioni.
Hanno infatti condiviso il palco con nomi come Nathaniel Peterson, Pino Scotto, Jennifer Batten e Rhapsody of Fire. Numerosi i festival in cui si sono esibiti: Wings of Bea 2016 e 2019, Collisioni 2017, Mezcla Metal Fest 2018 come headliner a Madrid solo per citarne alcuni.
La loro discografia comprende l’EP “Jump on the head” (2014) per la cui realizzazione hanno collaborato Stephan Georg dei Tight e Rudy Graf, ex Warlock e RAGE, il full album “Living with the inner beast” (2016), che include il singolo autoprodotto -pubblicato un anno prima- “Werewolves”, e l’ultimo disco “Through the window”, uscito a dicembre 2019.
A differenza di “Living with the inner beast”, di stampo prettamente heavy metal classico, in “Through the window” sembra che la band si sia divertita a giocare un po’ di più con le sonorità, virando, soprattutto per quanto riguarda la parte strumentale, verso un sound più simpatizzante thrash. Questo come impatto generale. Non mancano le sorprese però, in particolare sotto l’aspetto vocale.
Il brano di apertura “Buried Alive” ci racconta di uno degli incubi più inquietanti che si possano immaginare, quello di finire sepolti vivi. Volutamente opprimente e claustrofobica la ritmica, risulta sottolineata dalla chitarra e in contrasto con la linea vocale, in cui incontriamo spesso note lunghe e sostenute alla Dickinson. Un brano da “sentire” più che da ascoltare.
“Headphones” è uno di quegli inni all’headbanging che ti resta in testa dal primo ascolto: vi sfido a non scapocciare a tempo di “with my f*cking headphones on”. Horns up per Marta e Gillo, le cui voci rendono il brano perfetto per il suo obiettivo.
Proseguendo con l’ascolto troviamo un pezzo decisamente speed metal, in cui le strofe veloci e incalzanti sono ben calibrate dal chorus melodico, ma rendono l’urgenza con la quale questo problema va trattato: “the forest cries/ her children have died/ the revenge is strong”. Tema attualissimo quindi per questo secondo singolo “Balance”, sul quale la band ha realizzato un lyric video.
Mettiamo ora a riposare le ugole e prepariamoci a oltre sei minuti di strumentale: “The revenge of wolves”. Attenti a non viaggiare troppo con la mente e non ritrovarvi in un altro universo sulla intro di basso di Haron, perchè arriva presto Gillo con la sua batteria a riportarvi con i piedi per terra e prepararvi all’ingresso di chitarra di Dave. Peccato per lo sfumato iniziato troppo presto, perchè sarebbe stato godibilissimo fino all’ultimo secondo.
Ed eccoci alla prima ballad nonché title track dell’album, “Through the window”. Un brano molto toccante, ispirato in particolare al Blue Whale ma in generale ai rischi che i più giovani a volte corrono per via di internet, in cui Raffaella dà fondo a tutta la sua capacità interpretativa e arriva nelle profondità dell’anima, come solo la sensibilità di un genitore preoccupato può fare.
Non poteva mancare ovviamente un brano di puro heavy metal classico come “The pyre of lust”, con le streghe che danzano intorno al fuoco, che alza nuovamente i toni e ci prepara a “Evil gambler”: un thrash in cui la ritmica la fa da padrone, un brano molto parlato e recitato, con un interessante botta e risposta tra Raffaella e Marta, tra il giocatore e il banco… E qui diventa evidente quanto sia importante giocare, sperimentare, allargare gli orizzonti in tema musicale, poichè i risultati possono essere piacevolmente positivi.
Gli amanti dei soli di chitarra non potranno perdersi “Mantis”: il brano più 80s dell’album, che ci racconta dell’imprevedibilità della vita, con un piccolo monito che tutti dovremmo tenere a mente (“But be careful, life can change And let you alone forever”).
E’ ora il momento del primo singolo estratto da questo album, “Iron horse”, dedicato al mondo dei bikers, con i quali la band ha condiviso diversi eventi. Brano riuscitissimo, con un suono ben studiato, e molto ben equilibrato a livello compositivo: ogni componente ha il suo momento di rilevanza. Da ascoltare assolutamente in cuffia per apprezzare l’atmosfera soprattutto del chorus.
L’album chiude con una ballad acustica, “No tears for you”, scritta da Raffaella dopo la morte di suo padre. E’ la conferma che i metallari sembrano degli spacconi senza cuore, ma è tutta apparenza, perchè quando c’è da tirar fuori la sensibilità… Niente, ascoltatelo e basta.
In conclusione, un album in cui generi ormai diventati “classici” vengono miscelati in modo sapiente e non monotono, da una band rodata che sa quello che fa. A volte “uscire dal proprio seminato”, toccando sottogeneri un po’ diversi, dando spazio a più voci e inserendo anche brani acustici dopo anni di elettrico, è un azzardo; in questo caso invece rende l’album apprezzabile in tutta la sua durata, spezzando quella che, in alcuni frangenti, diventa la ripetitività e la monotonia di un album intero mono-suono o mono-genere. Quindi, tolto qualche appunto minore di gusto personale su scelte stilistiche (come lo sfumato troppo anticipato su “The revenge of wolves” o la voce troppo effettata di Marta su “Balance”) e qualche imprecisione di pronuncia e di scrittura dei testi, “Through the window”si può definire con tutta tranquillità un album maturo e solido, caldamente raccomandato agli amanti dell’headbanging vecchia maniera.
A cura di Francesca Saglia – Music-Alive 2020

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