Un Giorno Intero

“Aprire gli occhi, cercare la luce e trovare il mattino; pulsazioni rilassate, respiro regolare, latente stordimento. Svegliare il corpo, riattivare i sensi e ricalibrare i fini, per non rimanere incastrati tra gli alibi vuoti del calcolo del rischio; ripresa progressiva della coscienza di sé, abbandono delle ultime trincee del sogno. Battito in accelerazione, principio di sudorazione fredda, irrigidimento degli arti. Combattere l’equilibrio stagnante dello stallo, proiettare altrove l’ombra di paure antiche che ad ogni nuova alba tornano a ricordarti tramonti passati prima di notti gelide. Uscire dalla larvazione del sonno per scoprire se si è davvero svegli, se svegli davvero lo siamo mai stati; sopire le voci che salgono dal centro dello stomaco, respingere la sensazione di soffocamento, controllare la nausea. Ricordare a sé stessi, come un mantra disperato, che la paura non è un freno, che il letto non è una castello e che il tempo saprà spiegarci che consistenza hanno i nostri sogni, anche quando non restano che incubi.
Riaprire gli occhi, cercare la luce e trovare il mattino: ogni giorno, è un nuovo giorno, un’altra volta”.
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